Tutti sanno che la produzione di energia comporta l’accumulo di quantità enormi di scorie, le cui caratteristiche principali sono il grado di inquinamento e il loro periodo di smaltimento; quest’ultimo è un fattore estremamente variabile, in quanto dipende dal tipo di combustibile usato.
In questo senso, il rifiuto proveniente da un impianto nucleare costituisce un elemento di particolare gravità in quanto, grazie al processo di fissione nucleare, si generano scorie che emettono quantità rilevanti di radiazioni e per tempi sulla scala delle centinaia di anni.
Da circa quindici anni è nato il progetto per la realizzazione di ITER, il primo reattore per la produzione di energia attraverso la fusione nucleare. ITER quindi è basato su un approccio opposto a quello delle centrali nucleari sparse sulla Terra, in quanto la fusione nucleare permette di partire da combustibile e produrre scorie entrambe con livello di radiazione trascurabile.
Il consorzio RFX ubicato presso il CNR di Padova è nato con lo scopo di realizzare alcune parti fondamentali del prototipo di tale reattore, che verrà assemblato a Barcellona, e per il quale GHT Photonics è stata individuata come partner ufficiale per la progettazione e fornitura del sistema di monitoraggio di svariate grandezze fisiche come deformazioni, accelerazioni e temperature.
La grande sfida tecnologica di un tale sistema di monitoraggio è stata quella di garantire la piena funzionalità della rete di sensori in un ambiente estremamente ostile, caratterizzato da
- temperature estremamente elevate;
- particolari livelli di radiazioni energetiche;
- condizioni di funzionamento ad alto vuoto.
Inoltre, i materiali impiegati per la costruzione dei diversi sensori dovevano mantenere una condizione di non-degassing, cioè uno stato in cui, una volta creata la condizione di vuoto, non potessero generare particelle spurie che andassero a contaminare il flusso energetico.
“Anche in questo progetto altamente sfidante la GHT Photonics ha saputo coniugare competenze specifiche interne all’azienda con i partners tecnologici a più alto valore aggiunto” ha affermato l’ing. Bruno Griffoni, Amministratore Delegato della GHT Photonics. “Sapevamo molto bene quali erano le incognite a cui andavamo incontro, dopo gli innumerevoli incontri con i tecnici di RFX, ma grazie all’impegno congiunto dei nostri collaboratori, che hanno potuto definire puntualmente le specifiche dei componenti del sistema di monitoraggio, e delle aziende nostre partner, che hanno saputo realizzare i sensori rispondendo alle richieste in maniera ottimale, siamo stati in grado di dare un contributo molto rilevante alla realizzazione di quello che possiamo dire sarà…